COMMEMORAZIONE DI PEPPINO CATTE AL CONSIGLIO COMUNALE DI OLIENA
Il nostro ricordo, commosso ed affettuoso, si sofferma oggi sulla prestigiosa figura di Peppino Catte, cittadino di Oliena.
È presente a tutti noi la sua figura di uomo schivo, alieno dal clamore, dalla superficialità, dalla demagogia, dai successi facili ma inconcludenti.
Convivevano in lui due vocazioni apparentemente in contrasto, quella dello studioso, volto ad arricchire ed ampliare i suoi orizzonti culturali, amante di una solitudine feconda di pensiero e di elaborazione scientifica e quella del politico, chiamato ad operare tra la gente e per la gente in un confronto continuo con il multiforme esprimersi della realtà economica e politica, sociale e culturale, di cui, pur senza farsene condizionare, era una delle espressioni più vive ed autentiche.
Ma il contrasto era solo apparente, come apparente era la mitezza del suo animo ed una sorta di ingenuo candore dinanzi al contingente ed al vario intrecciarsi di trame, espressione ulteriore di una politica degradata a sotterfugio ed a manovra di corridoio. Apparente, dicevo, perché la sua mitezza non era mai debolezza, come il candido stupore che lo coglieva dinanzi ai funambolismi dei bassi mastieranti della politica era in fondo la sua forza. Perché egli sapeva vedere più lontano.
I problemi diventavano nella sua valutazione attenta non fatti separati ed avulsi, da fronteggiare singolarmente, ma momenti diversi di un’unica realtà da interpretare, in funzione dell’unico e vero destinatario delle soluzioni politiche: l’uomo.
L’uomo come soggetto di diritti, di doveri, l’uomo come produttore di ricchezza e di cultura, l’uomo come vittima di un apparato che lo sottomette e lo opprime, l’uomo come forza vitale di civiltà e di progresso.
Non di piccole cose quindi si appagava l’animo di Peppino Catte. Era, come dicevo, espressione di una realtà umana e sociale che è quella del nostro tempo, della nostra regione ed in ultima analisi del nostro paese. Non c’è dubbio che nell’azione svolta da Peppino Catte, sia nell’ambito del Partito Socialista, ispirandone gli indirizzi, che come Consigliere e poi Assessore Regionale si avverta la sua origine olianese; di questo paese operoso e civile ancor oggi travagliato da un’economia agricola e pastorale, ricca di empiti e di speranze, ma povera di frutti e di risultati.
Nel propugnare un modo nuovo di fare l’agricoltura, una più razionale e moderna organizzazione nell’allevamento del bestiame, Peppino Catte ha certamente avuto presenti i problemi che egli ha vissuto sin da bambino fra quei contadini e pastori, che sono i protagonisti della Oliena di oggi e che ieri gli erano compagni sui banchi della scuola.
La polverizzazione fondiaria, il frazionamento aziendale, pratiche colturali arretrate, l’espropriazione dei prodotti da parte di un commercio avido ed antisociale sono i mali endemici che Peppino Catte ha tentato di fronteggiare con un disegno strategico che, incidendo sulle strutture sociali di tipo individualistico, ne liberasse le energie potenziali ancora inespresse, attraverso un vasto ed articolato processo di aggregazione cooperativistica.
Coerentemente con questa impostazione sociologica, Peppino Catte vedeva le strutture produttive organizzarsi in base a piani aziendali moderni e razionali, tali da ridurre la rendita fondiaria e da esaltare di conseguenza il lavoro, attraverso una più alta redditività di questo e quindi una più alta remunerazione.
Il processo di crescita di cui era fervido assertore non era certo affidato ad uno spontaneismo incontrollato, saltuario e magari contraddittorio, sibbene inquadrato nell’ambito di una programmazione territoriale che, attraverso le zone omogenee, divenisse forza integrante ed essenziale dell’economia regionale.
Sarebbe un errore però ritenere che egli esaurisse l’arco dei suoi interessi politici in un settore pur così rilevante. La 5a e 6a legislatura regionale lo videro anzi fra i protagonisti più attivi nella elaborazione di linee politiche capaci di dischiudere alla Sardegna ed ai sardi le vie di un avvenire migliore e più giusto.
Lui che fu, sia dai banchi di governo che da quelli dell’opposizione, uomo dall’attività intensa e molteplice, fu ingiusto solo con se stesso, sottoponendosi ad un sacrificio fisico massacrante, in ciò sostenuto solo da fede e volontà incrollabili.
Così noi amiamo ricordarlo: un’intelligenza generosa che ha onorato il nostro paese e la Sardegna tutta.
Avvocato, Mario Melis è stato per anni leader del Partito Sardo d’Azione, che ha rappresentato in Consiglio Regionale per quattro legislature. È stato Presidente della Giunta regionale dal 1984 al 1989. La sua esperienza istituzionale comprende anche il mandato di senatore dal 1976 al 1979 e di parlamentare europeo dal 1989 al 1994. Ha ricoperto per molti anni la carica di sindaco di Oliena, paese di origine della sua famiglia.