Giuseppe Catte, più noto come Peppino, come veniva chiamato da parenti e amici, nacque a Oliena nel 1916. Dopo gli studi superiori a Nuoro, frequentò l’Università di Firenze, dove si laureò in Lettere.
Fu a lungo docente di Italiano e Latino prima al Liceo Ginnasio “Giorgio Asproni” e poi al Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Nuoro, nel quale ricoprì anche l’incarico di preside. Si può dire che, pur essendosi formato in una cultura prevalentemente letteraria, Catte assimilò in profondità la lezione gramsciana sul ruolo degli intellettuali nella lotta per l’affermazione dei principi di uguaglianza e di giustizia sociale.
Impegnato fin dalla giovinezza nelle formazioni democratiche ricostituitesi alla caduta del fascismo nel 1943, militò sempre nelle file della sinistra. Fu per vari anni iscritto al Partito Comunista Italiano, che lasciò nel 1956, insieme a molti altri compagni di militanza, dopo il rapporto Kruscëv al XX Congresso del PCUS e la drammatica invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche. Aderì, quindi, al Partito Socialista Italiano, collocandosi su posizioni autonomistiche, ma sempre impegnato alla costruzione di un grande movimento riformista di tutta la sinistra italiana. Lo testimoniano quanti lo hanno conosciuto da vicino in quegli anni cruciali di dibattito e di svolte politiche in Italia e come ricorda, in un lucido e appassionato intervento riportato nel volume, Antonio Giolitti, protagonista anch’egli della stessa esperienza di rottura e di ricostruzione e impegnato in prima persona, anche come ministro socialista del Bilancio e della Programmazione, nella lunga e complessa battaglia avviata con il centro-sinistra negli anni ’60 per il rinnovamento in termini democratici dell’assetto politico, socio-economico e culturale italiano.
Eletto nelle file del PSI al Consiglio Regionale della Sardegna nel 1965 (V legislatura), fu riconfermato nelle elezioni del 1969 e del 1974 (con la VI legislatura 1969-1974 la durata fu prolungata da 4 a 5 anni dopo la nascita, nel 1970, delle regioni a statuto ordinario). Catte fu Assessore all’Agricoltura e Foreste una prima volta dall’11 marzo 1967 al 14 giugno 1969 sotto la presidenza del democristiano Giovanni Del Rio e una seconda volta tra l’1 agosto 1974 e il 22 novembre 1975, sotto lo stesso presidente.
Morì improvvisamente e prematuramente in quest’ultima data, durante un incontro con i compagni socialisti di Nurallao e del Sarcidano, promosso sul tema della riforma agro-pastorale di cui egli era il massimo e infaticabile promotore e difensore.